Tempi duri per le religioni, in questa pandemia il paradigma della scienza è vincente, anche le piscine “miracolose” di Lourdes vengono chiuse. Il sacro non scompare del tutto ma diventa accessorio, nonostante i tentativi di rimetterlo al centro.
Tra questi la celebrazione della messa in una Piazza San Pietro vuota, con cui Bergoglio ha corretto l’immagine dei giorni scorsi di una chiesa che anteponeva la tradizione dei suoi riti alla salute dei fedeli; lo ha fatto trasformando in simbolo la solitudine, assimilata a un cristo sofferente sulla croce.

Diversamente dall’individualismo metodologico predicato dal “dogma” liberista, che ci raffigura astrattamente come individui isolati, nella sola dimensione economica, l’umanità è composta da individui sociali, multidimensionali, definiti dalle loro molteplici relazioni. L’imposizione dell’isolamento sociale per contrastare la pandemia provoca sofferenze, non solo danni economici, non solo paure per la propria salute.

La chiesa cattolica, marginalizzata dalla scienza, cerca di avere almeno un ruolo da comprimaria presentandosi come quella capace di gestire la paura e lo smarrimento, di affrontare la solitudine.
Ecco allora l’idea brillante del rito che non subisce i divieti imposti dalla scienza, ma li celebra sacralizzando la solitudine.
Ovviamente cerca di agganciarvi la propria tradizione, recitando scongiuri superstiziosi e ostentando immagini sacre a cui si attribuiscono poteri magici, e nello stesso tempo ribadisce il proprio potere gerarchico offrendo l’indulgenza plenaria (chi altri può liberarti dai tuoi peccati?).

Noi tutti affrontiamo la solitudine e cerchiamo di consolarci in tanti modi, con gli antidolorifici, con la meditazione, con la psicanalisi, con l’abuso di droghe e di alcolici, ecc. ecc.; non saremo certo noi a criticare le religioni per questa funzione consolatoria, finché resta un fatto privato.

Invece il populista Bergoglio non si limita alla consolazione, ma coglie ogni occasione per consolidare la sua presenza sulla scena politica: da ottimo comunicatore, se la prende con “l’élite che prova disprezzo per il popolo”, si sofferma sulle “sofferenze economiche”, dichiara che siamo tutti nella stessa barca; e intanto ripropone il suo potere di guida non solo spirituale, anche nella sfera politica; si offre come garante dell’ordine sociale, ricordando che “il popolo di Dio segue Gesù, non sa spiegare perché, ma lo segue”.

Dalla presidenza del Senato, Casellati raccoglie l’invito: nel commemorare i morti, associa il sacrificio dei preti a quello dei medici e degli infermieri, e non cita neanche di sfuggita gli altri lavoratori.