La magnifica scultura del 1674 di Giovan Lorenzo Bernini rappresenta Ludovica Albertoni, beata per una visione mistica o, forse, per il culmine di un orgasmo sfuggito alle penitenze delle terziarie francescane; in ogni caso ci offre lo spunto per parlare di sesso, di oppiacei religiosi e di dottrina cattolica.

Chi detiene il potere ha esercitato il controllo sociale, in particolare sulle donne, attraverso la regolamentazione dell’attività sessuale; le religioni (ma non solo loro) hanno elaborato idee e imposto pratiche per controllare la sessualità tramite prescrizioni e divieti. La modernità ha affermato il principio di autodeterminazione, da applicarsi in tutte le sfere sociali, ma quella della sessualità vede ancora forti resistenze da parte delle gerarchie religiose e dei politici old e neocon.

Non è un caso che regimi teocratici come quello iraniano diano grande importanza all’obbligo del velo per le donne; in Occidente la secolarizzazione ha impedito (non molto tempo fa) simili divieti e semmai ne ha imposti di nuovi postmoderni (tipo l'”obbligo” per le donne di depilarsi), ma resta forte la pressione ideologica tradizionale delle religioni e dei politici conservatori.

In Italia la pressione contro l’autodeterminazione in materia di sessualità è esercitata soprattutto dalla chiesa cattolica, dalle tante associazioni a essa collegate e dai partiti di centro e di destra che utilizzano riferimenti culturali tipo dio, patria e famiglia, o il più materiale clientelismo della sussidiarietà alla CL.

La maggior parte di chi si dichiara ancora cattolico in realtà non rispetta quasi mai le prescrizioni della chiesa perché adotta una religione “a bassa intensità”. Ciò non toglie che la chiesa riesca a mantenere un’influenza ideologica tradizionalista sulla popolazione (soprattutto anziana) e comunque utilizzi la sua “indulgenza” per ribadire il suo potere politico e culturale.

Lo schema è: siamo tutti peccatori ma se ti penti e ti confessi la chiesa cattolica può garantirti la salvezza. Così, tra un chiagni e fotti e l’altro, la maggior parte dei cattolici, anche dei politici cattolici, ribadisce l’appartenenza alla chiesa e la fedeltà alla dottrina, ma senza praticarla.

Eppure la dottrina resta immutata, anche se oggi viene comunicata con toni meno autoritari e più paternalistici. Richiamiamo sinteticamente, ma con rigore ateologico, la dottrina cattolica vigente in materia di sesso, visto che la frequenza ai corsi di catechismo delle parrocchie è, ahiloro, crollata.

Non affrontiamo qui la loro giustificazione della presunta superiorità della Casta dei casti; vedi CCC 915 «per coloro che liberamente accolgono la vocazione alla vita consacrata, l’obbligo di praticare la castità nel celibato per il Regno, la povertà e l’obbedienza».

Limitandoci a noi comuni mortali, per la chiesa cattolica la società è fondata sulla famiglia e la famiglia è fondata sul matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna, quindi:

– Sacralità del matrimonio, finalizzato alla procreazione e all’educazione cattolica dei figli.
CCC 1601 «”Il patto matrimoniale con cui l’uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento” [Codice di Diritto Canonico, 1055, 1].»

– No ai rapporti sessuali pre o extra-matrimoniali, e ci si deve sposare in chiesa (CCC 1621 e segg.).
Un matrimonio misto (con un acattolico) per essere valido richiede (CCC 1635) «espressa licenza dell’autorità ecclesiastica [Cf Codice di Diritto Canonico, 1124] … e con gli impegni … di assicurare il Battesimo e l’educazione dei figli nella Chiesa cattolica [Cf ibid., 1125].»

– No al divorzio, se il matrimonio non funziona usate la sofferenza per avvicinarvi a dio.
CCC 1614 «Nella sua predicazione Gesù ha insegnato senza equivoci il senso originale dell’unione dell’uomo e della donna, quale il Creatore l’ha voluta all’origine: il permesso, dato da Mosè, di ripudiare la propria moglie, era una concessione motivata dalla durezza del cuore; [Cf Mt 19,8 ] l’unione matrimoniale dell’uomo e della donna è indissolubile: Dio stesso l’ha conclusa. “Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi” ( Mt 19,6 ).»
CCC 1615 «Seguendo Cristo, rinnegando se stessi, prendendo su di sé la propria croce [Cf Mc 8,34 ] gli sposi potranno “capire” [Cf Mt 19,11 ] il senso originale del matrimonio e viverlo con l’aiuto di Cristo…»
CCC 1638 “Dalla valida celebrazione del matrimonio sorge tra i coniugi un vincolo di sua natura perpetuo ed esclusivo; inoltre nel matrimonio cristiano i coniugi, per i compiti e la dignità del loro stato, vengono corroborati e come consacrati da uno speciale sacramento ” [Codice di Diritto Canonico, 1134].

– No ai contraccettivi, raccomandata l’astinenza o la continenza periodica (l’incerto metodo Ogino-Knaus).
CCC 372 «Nel matrimonio, Dio li unisce in modo che, formando “una sola carne” (Gen 2,24), possano trasmettere la vita umana: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”(Gen 1,28)»
CCC 2370 «La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull’auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi [Cf ibid., 16] sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Tali metodi rispettano il corpo degli sposi, incoraggiano tra loro la tenerezza e favoriscono l’educazione ad una libertà autentica. Al contrario, è intrinsecamente cattiva “ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione” [Cf ibid., 16] … [Tale differenza antropologica e morale tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi periodici] coinvolge in ultima analisi due concezioni della persona e della sessualità umana tra loro irriducibili [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 32].»

– No all’aborto, sempre; il “non uccidere” del 5° comandamento è interpretabile dai cappellani militari, ma non dal personale sanitario.
Basti ricordare che anche Bergoglio ha recentemente sostenuto che chi consente aborti è un assassino, peggiore dei mercanti di armi.

Si potrebbe continuare a lungo sulla condanna della “frociaggine” e sulle tante ipocrisie, ma non vogliamo rischiare un’overdose di oppiacei.