I giornali sono pieni di commenti sulle dispute vaticane, ma non è sempre chiaro dove stia la notizia, perché Il celibato obbligatorio non è un dogma, ma una norma che già prevede eccezioni (offerte promozionali?) per chi viene dalla chiesa anglicana o per i cattolici di rito orientale.

D’altra parte si sa che alcuni apostoli e fratelli di Gesù erano sposati e che le donne celebravano i riti, poi il cittadino romano ebreo ellenizzato Paolo di Tarso – il vero fondatore del cristianesimo – ha ulteriormente subordinato le donne (“come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto”); poi nel XII secolo è stato introdotto il celibato obbligatorio sacerdotale come misura per garantire che i beni restassero a una chiesa sempre più centralizzata nella figura ”universale” del vescovo di Roma, impedendo che mogli e figli del clero potessero ereditare; poi, ovviamente, la sacralizzazione e la spiritualizzazione del celibato.

Oggi noi potremmo dire che sono affari loro, che il comportamento sessuale di un prete o di un prostituto è un fatto privato, se è una scelta libera e rispettosa dell’altrui libertà.
Purtroppo abbiamo molte evidenze contrarie. Come abbiamo già scritto, gli abusi sessuali commessi dal clero sono molto diffusi, anche perché incrociano un loro alto livello di isolamento (obbligo al celibato), un alto livello di potere e autorità (educatori, mentori, custodi), e molte opportunità di contatto con adolescenti, bambini, disabili (frequentazione in chiese, oratori, ecc.). La pedofilia nella chiesa è un problema sistemico.

Inoltre, se la chiesa pretende di essere presente nella scena pubblica – distorcendo lo stesso significato di laicità – in quanto autorità morale, quindi pretende di condizionare direttamente in quanto religione le leggi dello Stato, l’educazione pubblica e gli schemi cognitivi e comportamentali della società, allora assume rilievo pubblico anche ciò che dice riguardo ai comportamenti sessuali e al ruolo delle donne. E deve essere politicamente contrastata perché dice cose regressive.

Non dobbiamo lasciarci fuorviare da dispute tra “curve” vaticane che, con accenti diversi, negano tutte le libertà sessuali e la parità di genere.
La nostra vera battaglia è per affermare la laicità dello Stato, per estromettere le religioni dalla sfera pubblica.
A quel punto i preti potranno sposarsi subito, a una certa età, o mai, e saranno rispettati e liberi di farlo rispettando chi non la pensa come loro.