Ieri una maledizione è piombata sulla pedalatea provocando un guasto ai freni, che è un bel problema anche in Padania, figuriamoci sui saliscendi di Castiglia e León. L’umana provvidenza ha fatto apparire un meccanico che ha risolto il guasto con la sola imposizione delle mani e con un po’ di olio lubrificante benedetto. Quindi la pedalatea è risorta, seppure sotto un cielo piovoso, percorrendo in 4 ore e 36 minuti la 3^ tappa, da Sarria a Trabadelo, per 67,3 chilometri, con dislivello di 1680 metri in salita e 1550 in discesa; e riflettendo su Santiago Matamoros.

L’invenzione delle reliquie non serviva solo per la raccolta dei fondi e delle anime, ma aveva (e ha ancora) una funzione anche politica; ricordiamo che all’inizio del precedente millennio l’agenda politica della penisola iberica era dettata dalla presenza dell’islam, non (sempre) gradita ai re di Leon e delle Asturie.

Per andare in guerra serve un po’ di job motivation, non basta il soldo o la coscrizione ma anche l’aiuto di un santo che dichiari la guerra giusta, che aggiunga ragioni ultraterrene per superare la paura della morte, proponendo anzi immateriali ricompense sia pure solo alla fine dei tempi.

È bene ricordare che il Catechismo della Chiesa Cattolica oggi vigente prevede la possibilità della guerra giusta (CCC 2309); il comandamento “non uccidere” vale assolutamente per aborto e eutanasia, ma è “interpretabile” per la guerra, per cui è ammissibile anche la produzione e il commercio “regolamentato” delle armi (CCC 2316). Il Catechismo è ovviamente scritto in modo tale che, a seconda delle circostanze, il papa possa anche pontificare contro la guerra e gli armamenti.

Tornando al poco distante medioevo, Santiago ha aiutato i cristiani a ammazzare un po’ di islamici abbronzati e si è meritato l’appellativo di Matamoros (ammazza i mori) e di artefice della reconquista dell’Europa meridionale invasa dai musulmani. Nonostante il sostegno miracoloso di Santiago Matamoros su cavallo bianco cluniacense, la reconquista è andata un po’ per le lunghe, e ha anche subito rovesci, perché all’epoca civiltà, arte, cultura stavano un po’ più in Andalusia che nelle Asturie.

Comunque, soprattutto grazie ai monaci cluniacensi, il pellegrinaggio verso Santiago di Compostela era diventato un must, accomunato per importanza ai pellegrinaggi a Gerusalemme e a Roma. La diocesi si arricchì e promosse lo sviluppo edilizio con una chiesa più grande, capace di accogliere un’escalation di nuove e fantasiose reliquie, e con infrastrutture lungo il cammino verso il santuario.

Per proteggere i pellegrini il Concilio Lateranense I decretò la scomunica per gli eventuali aggressori; per maggiore sicurezza, temendo che la scomunica spirituale non avrebbe dissuaso qualche infedele, venne anche materialmente creato l’ordine di Santiago, che si alternava nel proteggere i pellegrini e nel matar los moros.

Nella prossima tappa rifletteremo sul rapporto tra il cammino per Compostela e la reconquista.

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