Bergoglio nella messa celebrata a Santa Marta il 13 marzo 2020 (e trasmessa in streaming) ha detto: “Le misure drastiche non sempre sono buone, per questo preghiamo: perché lo Spirito Santo dia ai pastori la capacità e il discernimento pastorale affinché provvedano misure che non lascino da solo il santo popolo fedele di Dio”.
Cioè ha dato il via libera a quanti si lamentavano per la chiusura delle chiese, non solo i cattolici di destra ma anche quelli considerati di sinistra, come Enzo Bianchi della Comunità di Bose, Alberto Melloni segretario della Fondazione per le scienze religiose, Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant’Egidio.
Subito dopo le parole di Bergoglio – che recentemente aveva anche invitato i preti a portare l’ostia a casa degli anziani – la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha riaperto tutte le chiese che aveva chiuso per rispettare le disposizioni sanitarie del Governo italiano.
Certamente esistono differenze significative tra i cattolici conservatori e quelli progressisti ma (quasi) tutti antepongono la loro appartenenza al “popolo di dio” alla cittadinanza, cioè all’insieme dei diritti e dei doveri nei confronti dello Stato.
Ciò vale sicuramente per il gesuita Bergoglio, che è un bravo comunicatore e si è conquistato la fama di progressista, o addirittura di rivoluzionario.
Questa fama è una specificità italiana che è stata alimentata dalla nostra politica ridotta a tifoseria superficiale.
Il mito di Bergoglio ha riempito il vuoto semantico della sinistra, che è incapace di avere una autonoma visione del mondo e che si lascia sedurre da frammenti decontestualizzati.
Un bravo comunicatore come Bergoglio utilizza termini come “cacca” che lo fanno apparire giovanile e anticonformista, va da solo dall’ottico (non è élite), critica le banche (pazienza per lo Ior), difende la natura (e ci mancherebbe), mostra compassione per gli omosessuali (che restano peccatori), fiducia nelle donne (comunque subordinate), ecc. ecc. ma sempre nel tradizionale schema di riferimento del cattolicesimo: la critica alla superbia dell’umanità che vuole decidere il suo destino (scientificamente, con la sua testa), che pretende di autodeterminarsi.
Il buco nero semantico della sinistra, per reagire all’onda nera di Salvini, si aggrappa a questi frammenti e intanto assorbe l’ideologia e gli schemi cognitivi sottostanti.
D’altra parte, ciò che accomuna i cattolici, di destra e di sinistra, è l’obbedienza a un principio metafisico, a un’autorità in terra (patria e chiesa, più o meno benevole o autoritarie) da questo legittimata, a un patriarca che lo trasferisce gerarchicamente nelle famiglie.
Questo è il punto fermo, tutto il resto viene dopo.