Abbiamo sempre sostenuto la passione politica ma non la politica ridotta a tifoseria, comprese le contrapposte tifoserie dei berlusconisti e degli dell’anti-berlusconisti. Non è Berlusconi che ha inventato il degrado politico-culturale della “seconda repubblica”, il populismo, il pensiero debole e postmoderno, ecc. Semmai ha saputo interpretare e utilizzare questi cambiamenti più e meglio di altri.

Quando (prima o poi) morirà non si tornerà alla situazione precedente alla sua discesa in campo, ammesso e non concesso che ciò sia desiderabile, perché ci sarà sempre qualcuno che griderà: il re è morto, viva il re; o forse, in questo caso: morto un papi se ne farà un altro.

La fine della “prima repubblica” ha delegittimato i politici anche per la loro immagine pubblica stereotipata e “incorporea”. Il postmodernismo ha cancellato passato e futuro, concentrando tutto su un eterno presente e una eterna giovinezza, da esibire e spettacolarizzare. Da bravo venditore Berlusconi ha saputo piazzare la sua immagine, curando pose e ambientazione, con calza, cerone e tacchi, e con la chirurgia estetica. Ha testimoniato il suo successo economico e la sua potenza sessuale.

L’invecchiamento e qualche rovescio politico hanno compromesso questa immagine patinata da fotoromanzo, incarnazione postmoderna del suo successo, che è personale ma anche sgocciolabile sul “popolo”. Berlusconi si è mummificato e i suoi consulenti d’immagine ne hanno promosso la sacralizzazione. A Pasqua hanno parlato addirittura di resurrezione dall’ospedale San Raffaele.

Ernst Kantorowicz – l’autore di “I due corpi del re L’idea di regalità nella teologia politica medievale” – sostiene che il sovrano, oltre al corpo naturale soggetto a malattia e invecchiamento, dispone anche di un corpo politico, immateriale, una persona ficta che incarna la dignitas dell’autorità. I sostenitori di Berlusconi più accalorati (o interessati) hanno cercato di sacralizzare il corpo del loro “sovrano”, insieme a qualche giornalista a corto di notizie. Ma il contesto è molto diverso da quello medievale che supportava la rappresentazione del doppio corpo del re.

Oggi molti giornali pubblicano un “coccodrillo” anticipato, e narrano il balletto sul corpo logorato di Silvio Berlusconi, dei figli, della “moglie”, dei medici, dei politici “fratelli”. Nonostante gli sforzi dei sostenitori, il corpo mistico fa fatica a sovrastare il ricordo del corpo fisico del bunga bunga che ha reso così famosa l’Italia nel mondo. Ma non vale la pena gioire per questo declino, perché Berlusconi non è una causa ma solo un effetto, replicabile sia pure in forme diverse.