La rappresentazione cattolica della donna cambia nel tempo anche se resta sempre subordinata. La donna nasce da una costola dell’uomo (che “ti dominerà”), è fonte di disastri (peccato originale), fattrice (“partorirai con dolore”), poi seduttrice diabolica (strega).
Il lato “positivo” è rappresentato da Maria madre vergine e dalle martiri della castità (tipo Maria Goretti): la solita diade santa o puttana.
Con papa Bergoglio non cambia la base ma la comunicazione si adatta ai tempi.
In una fase storica caratterizzata dal populismo, cioè dalla perdita di prestigio delle élite, in cui si esalta il “dal basso” (anche se poi ci si affida al solito capo carismatico dall’alto), anche la santità deve diventare “della porta accanto”.
Nel mensile dell’Osservatore Romano n. 105 del novembre 2021 Donne Chiesa Mondo, possiamo leggere: “Le sante di oggi sembrano tracciare percorsi nuovi: non sono eroine e non sono figure beatificate dopo abbondanti lasciti di famiglie facoltose. Non è, la loro, una santità funzionale al potere. Sono donne normali, sia che abbiano avuto una vita laica o consacrata; sia che abbiano deciso di vivere lavorando, studiando, facendo le mogli, le madri, impegnandosi nella vita comunitaria, della Chiesa o civile; che siano state mistiche o donne calate nella quotidianità, a volte dura”.
È la teologia del popolo del papa argentino “peronista”, che ha tanto successo perché non si mostra con i simboli del potere, dell’élite, ma come quello “della porta accanto”, del popolo, che usa un tono colloquiale, non aulico, che va a piedi dall’ottico, ecc.
Anche la rappresentazione cattolica della donna cambia: la santità populista prende il posto di quella elitaria, si insinua che le donne potenti “restano sole”, invece le sante della porta accanto vivono la cura del prossimo con spirito comunitario.
Nel borsino della santità crescono le azioni delle donne, soprattutto delle fondatrici di congregazioni religiose, tipo madre Teresa di Calcutta; ma c’è spazio anche per Sandra Sabattini: “Una ragazza riminese, di questi tempi, cresciuta in una famiglia come tante. Casa, studi, amici, l’adesione a un movimento cattolico, un fidanzato. Questa ragazzina dai capelli castani e il sorriso aperto, investita da un’auto a 23 anni, mentre andava a un incontro della Comunità Papa Giovanni XXIII, per volere di Papa Francesco è beata dal 24 ottobre scorso”.
Ovviamente il percorso del riconoscimento della santità richiede miracoli; ed ecco che un Assessore al Comune di Rimini guarisce da un tumore incurabile proprio “per intercessione di Sandra Sabattini”.
Bergoglio nell’udienza generale dell’8 settembre 2021 in occasione del commento della Lettera di San Paolo ai Galati, dichiara: “Si può dire che le donne vivono più intensamente l’esperienza religiosa? Se si osserva la frequenza dei luoghi di culto, la risposta è affermativa, ma ciò non basta per la santità. Certamente la maternità, che caratterizza il femminile, indica apertura all’altro, inteso non solo come essere umano, ma anche come il Divino; il materno genera ed anche protegge: una maggiore affinità del femminile a Dio creatore? Le sante dimostrano ciò, anche se nei modi più diversi”.
Insomma. Cambiano le forme del marketing ma la chiesa resta immobile sul mancato riconoscimento dell’uguaglianza (ahinoi, anche qualche femminista della differenza). Le donne restano prigioniere della loro “natura”: madri, badanti, addette alla cura degli altri; diverse, non per loro scelta, ma per un principio metafisico, “naturale” e divino, immodificabile.