Come direbbe Sergio Leone in un film spaghetti-western: quando un’organizzazione con un pensiero debole incontra un’organizzazione con un’ideologia forte, la prima è una organizzazione morta.
Infatti. Diffondere informazioni corrette è condizione necessaria ma non sufficiente. Un razionalista sa (dovrebbe sapere) che è molto più semplice credere a ciò che conferma le nostre credenze (che fa parte della nostra Weltanschauung).
Quindi, chi ha una forte visione del mondo (o ideologia, o narrazione, chiamatela come volete) è avvantaggiato su chi ce l’ha debole, confusa o inconsistente.
L’ascesa della Lega a scapito del M5S (e delle opposizioni) ne è una riprova. Le affermazioni di Salvini risultano “convincenti”, nonostante siano spesso palesemente false (oltre che regressive), perché sono inserite in una visione del modo “coerente” (o almeno, più organica e coerente di quella dei suoi avversari).
Analogamente in materia di laicità.
Bergoglio, che è un eccellente comunicatore, al pari di Salvini, sa che in epoca populista bisogna mostrarsi vicino al “popolo”, spontaneo, immediato, antielitario; quindi va da solo dall’ottico, usa la parola “cacca”, e mostra altri atteggiamenti ben studiati (spontaneo come l’ufficio stampa di Salvini, come un make up “acqua e sapone”).
Bergoglio usa l’ambientalismo per veicolare la sua ideologia. Per esempio, nella Laudato si’, per sostenere la tutela dell’ambiente, usa lo stesso schema (la stessa visione, ideologia, narrazione, cultura, cornice di senso) che contrappone in generale alla nostra autodeterminazione (“non sono nella nostra disponibilità perché sono doni di dio”).
Quindi, se ci limitiamo ad apprezzare una bella frase isolata del papa sull’ambiente, di fatto veicoliamo anche lo schema (l’ideologia, la visione del mondo) che lo porta a condannare l’aborto, le libertà sessuali, ecc.
Dunque non basta demistificare e contrapporsi alle singole affermazioni delle chiese (su fine vita, sessualità, ecc.) come sostengono alcuni che temono di essere considerati anticlericali.
Serve anche e soprattutto una visione del mondo laica, e una militanza per affermarla, con la lotta culturale e politica, con un moderno anticlericalismo.
Abbiamo già avuto modo di apprezzare Cinzia Sciuto alla presentazione di Non c’è fede che tenga e alla Casa della Cultura; continuiamo ad apprezzarla per il breve testo Salvini, il bias di conferma e la mancanza di un orizzonte, in cui spiega bene che il contesto/narrazione/ideologia conta più delle singole informazioni.