“Non abbiamo fatto richieste pressanti” dichiara Parolin al termine dell’incontro con il governo italiano.
L’incontro si è tenuto il 2 marzo 2021, per celebrare il 92° anniversario dei Patti Lateranensi e il 37° dell’Accordo di Revisione del Concordato. Hanno partecipato il segretario di Stato vaticano Parolin, il segretario vaticano per i rapporti con gli Stati Gallagher, Bassetti in rappresentanza della Cei. Per l’Italia, il Presidente della Repubblica Mattarella, del Consiglio Draghi, e diversi ministri: Di Maio (Esteri), Speranza (Salute), Bianchi (Istruzione), Bonetti (famiglia e pari opportunità).
Per Bassetti c’è stata “convergenza su tutti gli ambiti” e Parolin ha potuto ribadire l’”apporto soprattutto di natura etica … sul piano educativo e su nuovi stili di vita” fornito dal Vaticano.
Dire che non ci sono state “richieste pressanti” lascia intendere che le richieste – sia pure “non pressanti” grazie al clima sereno dell’incontro – ci sono state e hanno riguardato famiglia, scuola e giovani.
Il governo, invece, non ha avanzato richieste al Vaticano e alla CEI, né pressanti né leggere e procrastinabili, eppure gli argomenti non sarebbero mancati.
Come abbiamo ricordato in una nostra recente iniziativa, c’è la questione dell’inoptato dell’8×1000 e più in generale la condizione di privilegio di cui gode la chiesa cattolica grazie al Concordato e agli altri privilegi di cui beneficia (cappellani, insegnanti di religione, ecc.).
Noi siamo per una politica libera dall’intromissione delle religioni, sulla base del principio laico etsi deus non daretur; quindi siamo per la libertà di esprimere le proprie credenze religiose. In realtà la libertà di religione – tanto spesso invocata dal papa – è una libertà per la propria religione. Altre confessioni religiose dipendono dalla legge del 1929 sui “culti ammessi”, che consente discriminazioni (per esempio con cavilli amministrativi che impediscono l’apertura di moschee e altri luoghi di culto).
Uno Stato laico dovrebbe chiedere al Vaticano e alla CEI di esprimersi pubblicamente e chiaramente contro queste discriminazioni.
Inoltre uno Stato laico dovrebbe dare seguito agli interventi dell’ONU, la cui Convention of the Rights of the child nel 2019 ha dichiarato che “è preoccupato per i numerosi casi di bambini vittime di abusi sessuali da parte di personale religioso della Chiesa Cattolica nel territorio dello Stato Membro e per il basso numero di indagini criminali e azioni penali da parte della magistratura italiana”.
Lo Stato italiano non ha avviato nessuna indagine – nonostante la raccomandazione di istituire “una commissione d’inchiesta indipendente e imparziale per esaminare tutti i casi di abuso sessuale di bambini da parte di personale religioso della Chiesa Cattolica” – né ha chiesto alla chiesa cattolica di farlo.
Dunque è stato un incontro a senso unico, con la chiesa cattolica che rivendica il principio di sussidiarietà, cioè che lo Stato non interferisca nel privato ma lo sostenga con sussidi, in modo che il privato possa sostituirlo, con la sanità convenzionata, con la scuola paritaria, con la beneficenza al posto dei diritti.
E lo Stato laico sventurato non rispose.