Domenica 5 settembre si apre a Budapest il 52° Congresso eucaristico. Il cardinale Erdö si fa intervistare da Il Foglio che titola: “Volevano sostituire Dio con il progresso, oggi si chiedono cosa sia il progresso”. Il cardinale vuole riaffermare le radici cristiane dei popoli europei (in realtà sempre più distanti da queste “radici”) e cerca di usare le paure e le incertezze provocate dalla pandemia per riaffermare la necessità di sottomettersi a dio (tramite l’intermediazione della chiesa cattolica ovviamente) criticando l’idea di progresso.
Il termine progresso si presta a molte interpretazioni. Nell’antichità si credeva in un decadimento (una mitica età dell’oro, poi dell’argento, del bronzo, del ferro) talvolta associata a una ripartenza del ciclo cosmico; per il cristianesimo la storia umana è governata dalla provvidenza divina, passando dal peccato originale all’avvento del regno di dio; ma a partire dalle scoperte scientifiche del Rinascimento e con l’Illuminismo si afferma l’idea moderna di progresso, inizialmente non priva di ambiguità, con una fede nel Progresso che sostituiva quella nella Provvidenza, come se si colasse un materiale diverso ma nello stesso stampo.
La sociologia positivista ha assorbito questo finalismo metafisico, ma poi l’idea di Progresso da assoluta è diventata relativa, il termine è stato aggettivato come in “progresso tecnico”; l’epistemologia ha mostrato che il progresso del sapere è discontinuo e procede per cambiamenti di paradigmi (rivoluzioni scientifiche); l’economia ha preferito utilizzare termini più quantificabili, come sviluppo e crescita; il termine è oggi usato prevalentemente in politica, per indicare uno schieramento progressista, contrapposto a conservatori e reazionari, a sostegno dei diritti civili, politici e sociali, per la libertà degli individui, l’uguaglianza e la giustizia sociale.
È questo significato di progresso – basato sull’autodeterminazione dell’umanità – che è nel mirino del cardinale Erdö. La scienza non fornisce Verità assolute ma verità parziali e provvisorie; la pandemia ha creato dubbi e incertezze soprattutto in chi si aspettava dalla scienza risposte certe, assolute, immediate e definitive; dubbi e incertezze sono stati alimentati anche da scelte politiche e comunicative inappropriate. Il cardinale Erdö volteggia come un avvoltoio su questo disagio, alimentandolo per giustificare la funzione della chiesa, che sulle sofferenze dell’umanità ci campa; i devoti fanno il segno della croce proprio per testimoniare che la sofferenza è un tema centrale del cristianesimo, e chi preferisce non soffrire è un edonista (uno sporco materialista della peggior specie, un epicureo).