[vedi anche la recensione di Giancarlo Straini pubblicata sul n. 68 della rivista NonCredo]
Viviamo in un’epoca che coltiva un’idea debole e plurale della verità: la religione non fa eccezione. Lo scenario religioso è in grande movimento in un paese in cui crescono l’ateismo e l’agnosticismo tra i giovani, i seguaci di altre fedi e culture, nuove domande/percorsi spirituali. A fronte di ciò, il legame cattolico si fa più esile, il Dio cristiano sembra più sperato che creduto, la pratica religiosa manifesta tutta la sua stanchezza. Tuttavia il sentimento religioso resta vivace nella nazione, pur in un’epoca in cui molti si rifugiano in un cattolicesimo «culturale» a difesa dei valori della tradizione. La perdita di centralità della chiesa cattolica nelle vite di tutti i giorni convive di fatto con una nuova religiosità al plurale: una fede impersonata da credenti sempre più deboli o «soli» dinanzi alle questioni dell’esistenza, che per la prima volta si confrontano con spiritualità diverse, giunte a noi attraverso la rete o le migrazioni. Basato su una recente grande indagine nazionale, il volume restituisce l’immagine di un Paese incerto su Dio ma ricco di sentimenti religiosi, disorientato e ondivago nelle sue valutazioni etiche e morali.
Franco Garelli è stato professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e di Sociologia delle religioni all’Università degli Studi di Torino, ateneo in cui ha ricoperto le cariche di Preside della Facoltà di Scienze Politiche e di Direttore del Dipartimento di Culture, politica e società. Membro dell’International Society for the Sociology of Religion, collabora con il quotidiano “Il Messaggero” e con la rivista “Il Mulino”. Fra i suoi numerosi libri per le edizioni del Mulino: “Piccoli atei crescono. Davvero una generazione senza Dio?” (2016) e “Educazione” (2017).