Nel 1867 l’ateo comunista Friedrich Engels scriveva La questione delle abitazioni, ma la sinistra di oggi, più o meno marxista, ha lasciato il campo aperto al cardinale Krajewski, che ha riallacciato la corrente elettrica al palazzo occupato: un gesto “illegale” che ha messo in luce, a Roma e non solo, il problema della casa.
Matteo Salvini ha gridato contro l’illegalità, Nicola Fratoianni ha osannato il gesto del prelato, pochi hanno ragionato in modo più approfondito: il risultato sono due tifoserie clericali e un altro smacco per la laicità.
Il problema vero è l’aumento intollerabile delle disuguaglianze, l’impoverimento dei poveri e dello stesso ceto medio, l’erosione della sanità pubblica, la precarietà del lavoro, la compressione dei diritti, di tutti i diritti: civili, politici e sociali.
La Costituzione repubblicana è egualitaria e solidaristica ma viene deformata sostituendo i diritti con la carità, lo Stato laico con la religione.
Mancano i soldi per il welfare? La chiesa cattolica percepisce almeno 6 o 7 miliardi dallo Stato italiano (8×1000, esenzioni, pensioni, cappellani, insegnanti di religione, contributi a scuole, università, ospedali, tariffe agevolate, servizi appaltati, oneri di urbanizzazione, ecc. ecc.).
La Lega di Salvini, che ha giurato sulla bibbia con il rosario e che finanzia abbondantemente le parrocchie tramite l’apposita legge regionale lombarda (n. 22/01) a sostegno degli oratori cattolici, denuncia il mancato pagamento di 300mila euro di bolletta luce.
Il cardinale dichiara di essere pronto a pagare questa bolletta (che costa molto meno di una campagna pubblicitaria per l’8×1000): un elemosinato che si fa elemosiniere.
Lo Stato e i partiti laici, che dovrebbero garantire assistenza pubblica e case popolari, latitano e ci lasciano solo la possibilità di tifare per il “caritatevole” Bergoglio o il “legalitario” Salvini.