Nella chiesa cattolica possiamo trovare diversi orientamenti politici, però il Vaticano ha una sua ideologia e geopolitica, che si adatta ai tempi e ai papi, ma con punti fermi: il rifiuto dell’autodeterminazione illuminista declinato sia contro l’individualismo liberale, sia contro il collettivismo socialista. Questa lotta sui due fronti non è mai cessata, sono cambiati i toni in relazione alle circostanze ma non la sostanza.
David Bidussa ha appena pubblicato un saggio, “La misura del potere, Pio XII e i totalitarismi tra il 1932 e il 1948”. Marcello Flores, sul Corriere della sera del 24 maggio, recensendo Bidussa, ha riassunto così la linea di papa Pacelli: condanna totale, politica e morale, del comunismo; freddezza, se non condanna, per la democrazia; interlocuzione con i fascisti (criticato ma non veramente condannato il neopaganesimo nazista); apprezzamento per l’operazione Barbarossa; silenzio sullo sterminio degli ebrei; poi opposizione alla nascita di Israele.
Ci sembra che la desecretazione di parte degli archivi vaticani aggiunga qualche elemento ma in sostanza confermi ciò che era già noto. Karlheinz Deschner in “Con dio e con i fascisti”, aveva già evidenziato i rapporti tra Pio XI e Pio XII e i fascismi, con Mussolini in Italia (sostegno parlamentare e Patti Lateranensi), con Franco in Spagna (crociata contro il governo repubblicano), con Hitler in Germania (appoggio del cattolico von Papen e Concordato nel 1933 tra la Germania nazista e il Vaticano); con l’ustascia Pavelic in Croazia.
Il Corriere, o almeno il suo titolista, mostra la sua “benevolenza” verso la chiesa con un titolo ambiguo: “La chiesa di Pio XII si divise di fronte ai regimi fascisti”, in contrasto con il testo rigoroso di Flores.
Qualcosa di simile era avvenuto il 13 maggio scorso in un articolo sulla mancata condanna dello sterminio degli ebrei. Il titolo: “L’amaro silenzio di Pio XII” lascia intendere il tormento “amaro” di papa Pacelli e oscura la scelta politica.
Possono sembrare sottigliezze, invece sono scelte raffinate di orientamento dell’opinione pubblica, distanti dalle tante bufale grossolane ma ben più efficaci.