In vista della discussione alla Camera della legge di conversione del decreto che contiene il provvedimento di regolarizzazione in corso, appuntamento il 30 giugno in piazza a Milano, per reclamare, in 9 punti, le modifiche che lo rendano più accessibile e più rispettoso delle vite, della dignità e delle scelte delle persone, come primo passo per un riconoscimento generalizzato del diritto al soggiorno che sia realisticamente svincolato dalle capacità e dalle opportunità lavorative.
Per chiedere che venga data una seria e concreta occasione di ottenere permesso di soggiorno e diritti, a chi si trova sul territorio e abbia o abbia avuto un lavoro in qualsiasi settore, ma anche a chi, come tante e tanti, un lavoro ora non ce l’ha o ha uno datore che si rifiuti di regolarizzarlo.
Per ottenere che vengano eliminati gli artifici che stanno rendendo questa regolarizzazione un privilegio per pochi – relegati nei settori economici più scomodi – e un percorso “ad ostacoli” (un vero ricatto di Stato) per le persone richiedenti asilo, che costituzionalmente si dovrebbe tutelare, ed accogliere in strutture degne.
Per una procedura la cui gratuità possa evitare il proliferare, già in atto, di ricatti, truffe e occasioni di ulteriore sfruttamento di situazioni di fragilità, create e coltivate dal nostro stesso perverso ordinamento negli ultimi decenni, senza, ancora oggi, alcuna “discontinuità”.
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