La ricerca del capro espiatorio, da Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora ai presunti nuovi untori di oggi, passando per i sacrifici umani e le cosiddette streghe
L’1 agosto del 1630 furono giustiziati a Milano Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora, accusati di essere untori. Manzoni nella sua “Storia della colonna infame”, libro d’inchiesta storica, non si limitò a mettere in luce i danni nefasti della superstizione e della tortura, come Verri aveva già fatto, ma sottolineò gli inganni, le falsificazioni di prove e le assurde congetture dei giudici che, pur in un quadro di pensiero retrogrado, truccarono le carte per trovare a tutti i costi dei capri espiatori, dei colpevoli da dare in pasto, durante l’epidemia di peste, all’opinione pubblica di allora.
In tempi di Covid e di pandemia, la ricerca del capro espiatorio ( accuse fra stati, fra formazioni politiche, persino nei confronti di gruppi considerati “diversi”) si nota ancora oggi nel mondo. Si usano altre forme di accusa e di condanna, ma il potenziale di conflitti é comunque esplosivo.
Ripercorriamo insieme la vicenda d’ingiustizia, costruita in nome della Giustizia, di Mora e Piazza, le acute osservazioni del Manzoni, la demonopatia dell’epoca. Con una parentesi sulle argomentazioni di Walter Burkert (in La creazione del sacro) secondo cui la ricerca del capro espiatorio, meccanismo che produsse anche il fenomeno dei sacrifici umani, si ritrova in alcune società tribali e ha persino basi biologiche nel mondo animale.
Franco Capone, giornalista scientifico specializzato in antropologia e scienze naturali.
Paola Giacometti, dott.ssa in Lingue. e Letterature Straniere, autrice, regista e attrice teatrale.
Paolo Portone, storico, saggista, curatore del Mes (Museo Etnostorico della Stregoneria).
sabato 1 agosto 2020, alle ore 17 in streaming a questo indirizzo
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