Non usiamo il maschile per compiacere il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ma per sottolineare alcune verità storiche oggi “dimenticate“. Alcuni post fascisti (post intesi come messaggi sui social) amano celebrare l’anniversario del 28 ottobre, ma la vera data da ricordare (come infausta) è il 31 ottobre del 1922, quando il re sciaboletta scelse di dare l’incarico a Benito Mussolini.

La cosiddetta “marcia su Roma” non può essere definita un colpo di stato, né tantomeno una rivoluzione, perché Mussolini ha formalmente ricevuto l’incarico dal re Vittorio Emanuele III il 31 ottobre 2022, e successivamente la fiducia del Parlamento al suo governo grazie all’appoggio dei liberali e dei cattolici.

Lo storico Emilio Gentile, insieme a molti altri, sostiene che lo Stato avrebbe potuto facilmente resistere alla pressione delle squadre fasciste, ma il re preferì far dimettere il governo Facta e incaricare Mussolini, che finalmente partì da Milano (verso Roma, non verso la Svizzera).

Non c’era più il pericolo di una insurrezione bolscevica (in realtà non c’erano mai state le condizioni per “fare come in Russia”); il biennio rosso 1919-1920 delle forti lotte operaie era stato ormai superato, anche grazie alla violenza fascista finanziata da agrari e industriali (infatti i loro finanziamenti si erano ridotti di molto). Le squadre fasciste avevano instaurato il terrore grazie all’inerzia (all’incapacità e alla complicità) delle istituzioni.

Però nell’élite economica e politica restava una voglia di rivalsa per cancellare le conquiste delle lotte sindacali e contadine e per stroncare definitivamente le idee socialiste; erano convinti che i fascisti potessero essere addomesticati, che i loro “eccessi” sarebbero stati presto riassorbiti nel vecchio “marcio” sistema liberale e monarchico.

Invece, come è noto, il fascismo riuscì a stabilizzarsi e a durare un ventennio, anche grazie al sostegno del Vaticano, con i Patti Lateranensi e papa Ratti (Pio XI) che definì Mussolini “uomo della Provvidenza”.

In quel periodo la divina provvidenza si diede molto da fare, non solo con l’ateo devoto Benito Mussolini, ma anche con il cattolico Adolf Hitler (Concordato del 1933), con Francisco Franco, e vari altri difensori della fede e dell’ordine.