Lunedì 12 febbraio 2024 Darwin day con Maria Turchetto
Darwin non pensò mai, nemmeno lontanamente, di applicare i principi della selezione naturale alle società umane. Lo fecero due suoi contemporanei – Herbert Spencer, ricavandone un’apologia della concorrenza capitalistica, e Francis Galton, il padre dell’eugenetica. Soprattutto lo fecero autori successivi, come Ernst Haeckel, che posero le basi del preteso “razzismo scientifico”. La letteratura che scagiona Darwin dal darwinismo sociale è ormai sterminata e sarebbe davvero l’ora di prenderne atto.
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Maria Turchetto ha insegnato Storia del pensiero economico e Epistemologia delle scienze sociali all’università Ca’ Foscari di Venezia. E’ stata direttrice della rivista L’Ateo. Dirige attualmente la collana Epistemologia presso la casa editrice Mimesis e la rivista Naturalmente Scienza.
[intro di Marco Censi]
Buonasera a tutte e a tutti coloro che ci ascoltano in diretta, o che lo faranno in streaming, e benvenuti a questo incontro, organizzato da ArciAtea.
Innanzitutto, una brevissima presentazione, su chi siamo e cosa facciamo:
ArciAtea è un’associazione attiva nella battaglia per l’affermazione dell’autodeterminazione – di tutti e di ciascuno naturalmente –, della laicità e per i Diritti Umani, intesi come validi strumenti contro chi vuole imporre principi d’autorità religiosi o ideologici, e per salvaguardare democrazia, uguaglianza e libertà di pensiero.
Nella stessa cassetta degli attrezzi, riteniamo vadano custoditi (ma per tirarli fuori e usarli quando occorre, ovviamente) un genuino interesse per la scienza, e una sana curiosità intellettuale.
E quindi, Darwin Day.
Cosa sono i Darwin Day?
Beh intanto se pensiamo che vanno avanti da ben 142 anni (dalla data della morte di Darwin stesso), possiamo dire che sono senza alcun dubbio un’istituzione storica.
Storica, e ben consolidata.
Sono, inoltre, un evento di tipo “generativo” non nel senso delle tanto di moda IA, ma perché hanno una potenziale “fioritura”: producono ulteriori dibattiti, riflessioni, incontri e conferenze.
Tutte improntate ad una sana preservazione del concetto di verità scientifica (che per definizione non è dogmatica, ma vera fino a quella successiva che la soppianterà, è sempre bene ricordarlo), e tutte prive di sovrastrutture ideologiche preordinate, o che almeno si propongono di esserlo, o comunque fanno tutto il possibile affinché sia così.
Ma Charles Darwin, chi era costui?
La domanda è naturalmente accademica; Darwin lo conosciamo tutti, anche troppo, forse. E sul “troppo” ci arriverò fra poco.
La fama di Darwin, scienziato, biologo, naturalista, pensatore, divulgatore è globale, travalica confini culturali e geografici, tanto che il suo nome si è guadagnato il suo bravo derivato aggettivale, come si conviene alle grandi figure storiche, solo che il suo è assieme a quello di pochissimi altri entrato nell’uso comune, e fin nei modi di dire: difficile sentire nel quotidiano e fuori dagli ambiti competenti, “kantiano”, “hegeliano” o “newtoniano”, mentre “freudiano”, e “darwiniano”, anche in regime di conversazione spicciola, è assolutamente normale.
Per cui, si pensa di conoscerlo, o meglio tutti pensano di sapere grosso modo il suo pensiero. E naturalmente, proprio per questo, sbagliano.
Da qui, il “troppo” di prima: può sembrare difficile da credere ma ancora oggi, è normale sentire associato il nome di Darwin a citazioni tipo: «l’uso sviluppa l’organo», e chi lo dice è convinto di dire una cosa corretta.
Confondere Darwin con la precedente (ed erronea) teoria evolutiva di Lamarck e gli altri strafalcioni e pressapochismi nei quali ci si può imbattere o in cui possiamo tutti noi incorrere, è solo una parte del problema., tuttavia.
Il rischio sempre in agguato, assieme alla volgarizzazione (e lasciatemelo dire, ben più grave di questo) è la strumentalizzazione.
Più una figura storica è conosciuta, più il suo pensiero è considerato “di pubblica proprietà”, e perciò non soltanto nominato a sproposito o con superficialità, ma anche – e soprattutto – usato in modi capziosi, tentando di deformarne i reali contenuti per piegarli a determinati scopi, -ismi e ideologie.
Non si vogliono qui in questa sede lanciare anatemi, gridare all’eresia e inneggiare al catastrofismo, per carità, ma stiamo attraversando tempi di sovraesposizione mediatica continuata, nei quali la troppa e cattiva (leggi: non sufficientemente documentata) informazione non costituisce più una episodica rottura degli argini della verità storica, ma è diventata un’inondazione perenne.
Tra i continenti delle Idee, la Verità sta facendo la fine di Atlantide…
Pertanto, occorre tutelarsi.
Ma i tentativi di manipolazione del pensiero di cui sto parlando hanno una lunga tradizione, in realtà, nel caso del Nostro.
Charles Darwin anche in vita, ai suoi tempi fu osteggiato, dileggiato.
Si è perso il conto delle caricature di lui in versione “scimmiesca” che furono prodotte e pubblicate; credo si possa dire sia stato per lui, assieme ad Alfred Dreyfus, del “caso Dreyfus”, che la “gogna mediatica” sia nata, nella sua versione pre-era digitale perlomeno. O meglio che la sua figura e la sua Teoria ne siano state l’involontario catalizzatore.
Volete un esempio?
Da Darwin a Teoria della Razza, e da Teoria della Razza a “razzismo scientifico”, il passo è breve, per alcuni, benché Darwin e questi concetti, o pseudoconcetti non si situino nemmeno sulla stessa direttiva di pensiero, figuriamoci se a breve distanza.
Occorre tutelarsi, dicevamo.
Ed è appunto per dare il nostro seppur modesto contributo a questa tutela, che abbiamo invitato a questo incontro la professoressa Maria Turchetto, che stasera dibatterà su alcuni interessanti e controversi aspetti tra le numerose strumentalizzazioni e manipolazioni del pensiero di Darwin, e in particolare sul “cosiddetto” darwinismo sociale.
Maria Turchetto ha insegnato Storia del pensiero economico e Epistemologia delle scienze sociali all’università Ca’ Foscari di Venezia. È stata direttrice della rivista L’Ateo, e dirige attualmente la collana Epistemologia presso la casa editrice Mimesis e la rivista Naturalmente Scienza.
Una filosofa, quindi, che non ha paura di sporcarsi le mani, possiamo dire, e che esce volentieri dalla comfort-zone dei filosofi, scendendo in campo su terreni impervi come la scienza, l’economia e il Sociale.
E, last but not least, un’esperta di Darwin e profonda conoscitrice della Teoria darwiniana.
Ricordo a chi ci segue in diretta che sono possibili – e gradite – le domande e gli interventi, purché brevi, possibilmente previa alzata di mano per permetterci di regolarizzare l’ordine degli interventi stessi.
Bene, io credo di aver detto tutto, e lascio la parola a Maria Turchetto.