La Corte Suprema degli States ha ribaltato la Roe versus Wade e, con essa la rappresentazione della donna, riportata alla sua “natura” riproduttiva, a un dovere sociale, non a una sua libera scelta.
Le religioni cristiane (e non solo) possono presentarsi in modo autoritario o paternalista, ma l’inferiorità della donna sta nella Bibbia, nel Catechismo, nelle prediche domenicali.

Il “rivoluzionario” Bergoglio esalta la docilità della Madonna e la propone come esempio di obbedienza. Non c’è più l’Inquisizione che punisce le “streghe” che vogliono autodeterminarsi ma ci pensa una cultura maschilista tossica, che alimenta anche i femminicidi; e alla base di questa cultura c’è la rappresentazione che ne fa la chiesa, la sua concezione della “natura” della donna.

La sentenza della Corte è stata entusiasticamente salutata dai vescovi americani e italiani; il Movimento per la vita ha ribadito che «l’aborto non è un diritto»; concetto ribadito anche dall’arcivescovo Paglia, della Pontificia accademia per la vita, che mantiene la pressione politica “pro-life” anche se si rende conto che è difficile modificare la 194.

D’altra parte in Italia la libertà delle donne di decidere sui propri corpi in caso di gravidanza è spesso sostanzialmente negata soprattutto grazie a una obiezione di coscienza, ipocrita e strumentale, e a una politica poco laica.

La lotta per la laicità contro il clericalismo resta necessaria, va condotta senza settarismi e con rispetto verso le opinioni altrui, ma anche con fermezza, perché la divergenza con la chiesa sul ruolo delle donne è incolmabile: ce lo ricordano le recenti dichiarazioni contro i rapporti sessuali prematrimoniali, contro la libertà di scegliere come procreare e come affrontare il proprio fine vita.

I terroristi del secolo scorso si giustificavano dicendo che sparavano a una “funzione”, e pazienza se questa funzione si incarnava in una persona. Analogamente la chiesa: difende la vita in astratto, ma per loro la donna è un utero con qualcosa intorno.

Jorge Bergoglio, La via di Gesù, Ed. Solferino 2019

“La Vergine Maria, modello e primizia dei poveri in spirito perché totalmente docile alla volontà del Signore, ci aiuti ad abbandonarci a Dio, ricco in misericordia, affinché ci ricolmi dei suoi doni, specialmente dell’abbondanza del suo perdono.”