ArciAtea si batte per riaffermare il significato originario del termine laicità. Storicamente, laicità è stata la parola d’ordine di chi lotta per la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, contro le pretese egemoniche delle varie autorità religiose; ma il termine ha subito slittamenti di significato.
L’adesione ai riti e ai comandamenti religiosi è in continuo calo, qualitativo e quantitativo, soprattutto tra i giovani. Ciononostante, negli ultimi decenni le religioni sono state riproposte come collante delle società politiche “post-secolarizzate” in crisi di identità, anche favorendo la formazione di ghetti multiculturalisti, appartenenze rigide incomunicanti con l’esterno e uniformanti all’interno. Il contrario della laicità originaria, che garantisce la libertà di culto, ma non la presenza delle religioni e di ogni dogmatismo nella sfera pubblica.
La dottrina sociale cattolica, con il principio di sussidiarietà, converge con il liberismo compassionevole e con il federalismo delle corporazioni e delle piccole patrie nel voler destrutturare il welfare universalistico, in particolare tramite la sanità convenzionata e la scuola paritaria. Vogliono sostituire i diritti (e le lotte solidali che li rendono effettivi) con la carità, il paternalismo, la filantropia marketizzata e esentasse.
ArciAtea vuole contribuire a rafforzare la battaglia culturale e politica dei razionalisti, degli agnostici e degli atei che aderiscono al cantiere aperto del progetto teorico e politico dell’Illuminismo, basato sulla fiducia nell’autodeterminazione dell’umanità, con la lotta intersezionale contro tutte le oppressioni, insieme alle associazioni laiche affini o complementari.
(approvato dall’Assemblea dei soci del 27 gennaio 2022)