Sapevamo già che Bergoglio è un bravo comunicatore. Dopo il colpo al cerchio della nota verbale contro il DDL Zan che violerebbe il Concordato, arriva il colpo alla botte: la lettera al gesuita che assiste le persone LGBT+.
Bergoglio ha conquistato ancora una volta le prime pagine dei quotidiani. Poi, più in piccolo, nel testo dell’articolo del Corriere della Sera del 28/6/21 si legge «La mossa è interpretabile come una correzione d’immagine, più che di linea, dopo la pubblicazione della “nota” della Segreteria di Stato al governo italiano sul disegno di legge Zan», ma la mossa ha funzionato: altri hanno parlato di contraddizioni tra Bergoglio e il Vaticano (sic!), di scontro tra destra e sinistra nella chiesa.
Le divisioni nella chiesa ci sono e sono profonde ma non sono quelle che immaginano i papa-boys cattocom. La chiesa è lacerata perché la secolarizzazione – seppure contraddittoriamente – procede: aumentano gli atei e gli agnostici, soprattutto tra i giovani, e tra chi ancora si dichiara cattolico prevalgono le adesioni a bassa intensità.
Alcuni – sia di destra che di sinistra – vogliono affrontare questa crisi rilanciando la fede, i riti, le sacre scritture, una spiritualità autentica, anche a rischio di essere minoranza, poco più che testimonianza.
Altri – sia di destra che di sinistra – vogliono garantirsi una presenza sulla scena politica, anche a prezzo di raccogliere un’adesione occasionale, superficiale, debole, l’adesione a una religione a bassa intensità.
Bergoglio sta facendo di tutto – e sta facendo bene il suo mestiere – per tenere insieme i due aspetti. I poveri di spirito (critico) continuano a pensare che sia una lotta tra destra e sinistra, che sia un papa innovatore anche se non ha cambiato una virgola della dottrina.