ricordando Margherita Hack con Manuela Monti e Carlo Alberto Redi dalla Casa della Cultura di Milano

vedi il video dell’evento sul canale YouTube di ArciAtea.

La serata è in memoria di Margherita Hack, che è nata il 12 giugno del 1922 ed è morta il 29 giugno del 2013.
L’associazione di promozione sociale ArciAtea rete per la laicità è stata fondata pochi anni fa e da subito ha deciso di organizzare nel mese di giugno incontri per ricordare Margherita.

Come ci insegnano le scienze cognitive, la memoria individuale non è un semplice accesso a un deposito statico, ma una continua rielaborazione. Sul canale Youtube di ArciAtea potrete trovare anche una conferenza della semiotica di fama mondiale Patrizia Violi, a proposito dei Monumenti contesi, in cui si spiega come anche la memoria collettiva sia una continua rielaborazione e un terreno di lotta culturale.

Essere consapevoli che la memoria è rielaborazione e terreno di lotta ovviamente non significa arrendersi al soggettivismo, al pensiero debole e postmoderno, alle fake news, oppure mettere sullo stesso piano scienziati e ciarlatani, come fanno spesso i talk show.

Abbiamo già avuto occasione, in altri incontri con Manuela e Carlo Alberto, di sottolineare che la democrazia non è soltanto una procedura elettorale – l’esito disastroso dell’”esportazione della democrazia” in Irak e in Afganistan lo testimoniano – c’è bisogni di una educazione alla democrazia, come scriveva più di un secolo fa John Dewey in Democracy and Education.

Oggi abbiamo sempre più bisogno, grazie allo sviluppo della scienza, anche di una educazione scientifica; abbiamo bisogno di una cittadinanza scientifica, perché non siamo individui isolati, monadi, ma individui sociali, con-dividui.

Celebrare Margherita Hack non è un semplice omaggio a una persona straordinaria. La sociologia ci insegna che i riti creano rapporti sociali, danno forma alla socialità.

Ovviamente la socialità che ArciAtea vuole diffondere fa riferimento alla figura di Margherita Hack, che ha saputo tenere insieme la passione per la scienza e la passione per la giustizia sociale.
È stata una grande astrofisica e una grande divulgatrice.
È stato esemplare il suo impegno scientifico e sociale, il suo coraggio, la semplicità con cui ha difeso la laicità, i diritti, le libertà, contro i pregiudizi religiosi oscurantisti.

E ovviamente Margherita sarebbe la prima a infastidirsi se venisse santificata, trasformata in una icona sia pure laica.

Qui torniamo alla memoria che è continua rielaborazione e ai riti, alle celebrazioni che (anche nel nostro piccolo) creano rapporti sociali, un certo tipo di coesione sociale.
Chi meglio di Manuela Monti e Carlo Alberto Redi può celebrare Margherita Hack attualizzando la sua figura, parlando dei problemi di oggi con la sua stessa passione per la scienza e per la giustizia sociale.
E dove se non presso la Casa della Cultura.

Manuela Monti è ricercatrice al Policlinico San Matteo di Pavia e insegna Biologia delle cellule staminali all’Istituto Universitario di Studi Superiori (iuss) di Pavia.

Carlo Alberto Redi è Accademico dei Lincei, Presidente del Comitato Etica della Fondazione Umberto Veronesi, del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo, del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Lazzaro Spallanzani”, dell’European Center for Law, Science and New Technologies.

Sul sito arciatea.it indichiamo nella nostra piccola biblioteca due libri di Manuela e Carlo Alberto che suggeriamo a tutti:

Genomica sociale Come la vita quotidiana può modificare il nostro DNA, Carocci 2018.
Un libro che spiega come le diseguaglianze sociali si traducano in diseguaglianze di salute, vengano trasmesse in maniera intergenerazionale, e determinino a loro volta diseguaglianze di opportunità, di reddito, di rango sociale in un meccanismo ricorsivo che rinforza lo svantaggio sociale che le ha originate.

DNA. La vita in tre miliardi di lettere, Carocci 2019
Un saggio che ci dice che stiamo vivendo nel millennio delle scienze della vita, della biologia, in cui le applicazioni biotecnologiche del DNA sono capaci di cambiare la prospettiva di che cosa sia umano.