Docente, mineralogista, ricercatore, divulgatore e museologo italiano
“Io credo che una spiegazione della scarsità in Italia dei naturalisti possa trovarsi nella nausea di zoologia, di botanica, di mineralogia che si prova da ragazzi, quando si è costretti ad avere dinanzi agli occhi, per più anni, come incubi diurni, le figure affollate in quelli schemi ingialliti e verniciati dell’arca di Noè”
Se la mole di lavoro sopportata da Bombicci (oltre 200 opere date alle stampe, oltre alla catalogazione del museo e il suo continuo ampliamento) impressiona colui che si avvicina a questo personaggio, la varietà dei temi trattati, invece, induce a pensare ad una concezione enciclopedica del sapere in cui “l’attività di docente, ricercatore, museologo e divulgatore erano tutt’uno, intimamente fuse, in armonia del resto con la cultura delle Scienze Naturali (e della Mineralogia tra queste) del suo tempo, così come Museo ed Istituto erano veramente un tutto inscindibile”, come sottolinea Claudio D’Amico, a sua volta direttore del Museo di Mineralogia di Bologna. Bombicci, infatti, trattò indifferentemente dell’associazione poligenica dei minerali, della formazione delle montagne piuttosto che dei terremoti, dell’organizzazione scolastica o di argomenti artistici o della pratica sociale. (Wikipedia)