[Testo completo in pdf e stralci dal documento discusso e approvato dal Comitato Territoriale ARCI di Milano-Lodi-Monza e Brianza nella riunione dell’1 ottobre 2020]
Il neoliberismo è in crisi ma resta egemone per l’incapacità delle forze politiche progressiste di contrapporgli una autonoma visione del mondo aggiornata ai mutamenti produttivi, scientifici, tecnologici e sociali. L’adozione nella sinistra del pensiero debole e postmoderno, e l’abbandono della rappresentanza degli interessi dei lavoratori e dei ceti popolari, ha consentito alle destre nazional-populiste di prendere l’iniziativa raccogliendone il malcontento.
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La crisi della sinistra lascia spazio ad altre culture politiche, innanzi tutto all’ideologia del neoliberismo compassionevole che egemonizza anche frammenti di sinistra diventati “caritatevoli”. In questo contesto la dottrina sociale della chiesa cattolica, e delle numerose e potenti associazioni collegate, diventa fortissima e convergente con il liberismo verso lo smantellamento progressivo dello stato sociale.
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Il principio di sussidiarietà è stato ampiamente utilizzato per privatizzare la sanità (convenzionata) e la scuola (paritaria)
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Il Terzo Settore raccoglie aspetti nobili e meno nobili, è anche stato utilizzato per precarizzare il lavoro e per erodere lo stato sociale
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Nell’ambito della più generale crisi della sinistra c’è anche una crisi specifica dell’ARCI e delle associazioni ricreative e culturali, resa ancora più acuta dalla pandemia del covid19.
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L’associazionismo ha il compito di esplorare i bisogni, di fare inchiesta attiva intervenendo e sperimentando le possibili soluzioni, anche di dare risposte dirette e concrete nell’immediato, di lottare per generalizzare queste esperienze facendole diventare un obiettivo politico condiviso e rivolto a tutti in quanto welfare pubblico.
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