Leggiamo sul Corriere della Sera di oggi 11 febbraio, anniversario dei Patti Lateranensi tra il fascismo e la chiesa cattolica, che a Pavia: «Il vescovo, il rettore e il direttore generale del San Matteo firmano una convenzione “per la diffusione della conoscenza“».

Accordi tra università e ospedali sono estremamente utili, per finalità didattiche e di ricerca. È importante occuparsi anche della dimensione spirituale (atea o religiosa) dei pazienti – infatti ArciAtea è tra i promotori delle “stanze del silenzio” che affrontano questa esigenza – ma in una prospettiva interculturale.

Invece il Corriere della Sera titola: «Modello Pavia. Diocesi, ateneo, ospedale: patto per la cultura» e non lascia dubbi sull’orientamento mono-culturale dell’accordo, che contraddice il principio di laicità, che garantisce la libertà di religione ma non la sua presenza nella sfera pubblica (etsi deus non daretur).

I siti dell’ospedale e dell’università di Pavia, al momento, riportano solo notizie riguardanti i rapporti tra le due strutture; invece il sito della diocesi annuncia con enfasi l’esistenza di questo patto, che sarebbe stato firmato il 10 febbraio, ma di cui non è riportato il testo.