“Pedofilia, la svolta del Papa, abolito il segreto sugli abusi” titola il Corriere della Sera; altri quotidiani usano espressioni ancora più enfatiche come “svolta storica” e poi spiegano – più o meno bene – il dettaglio delle misure prese.
Quasi tutti però usano un format comunicativo centrato sul coraggio del papa innovatore, non sui ritardi e i limiti di queste misure.
Per esempio, nel gennaio 1918, Re Salman ha concesso alle donne saudite di poter assistere alle partite di calcio. La stampa ha valutato positivamente questa iniziativa che è oggettivamente molto parziale e tardiva, anche se va nella direzione della parità di genere.
Nessuno però ha dipinto Re Salman come l’eroe solitario che si batte strenuamente contro il maschilismo della corte saudita; anzi, in genere è stato fatto notare come questa “apertura” sia avvenuta per difendersi dall’isolamento economico e geopolitico, per necessità.
Torniamo all’Italia del 17 dicembre 2019. La pedofilia nella chiesa è sistemica, lo dimostrano molte ricerche, ed è stata favorita dall’omertà che impedisce la prevenzione. Bergoglio ha eliminato l’obbligo all’omertà tardivamente, molto tardivamente; ciononostante ci viene presentato come un libertador, come un eroe, non solo dai suoi followers più appassionati, ma da quasi tutti gli opinion makers. Come mai?
La nostra spiegazione è che la crisi (spesso meritata) delle magnifiche sorti e progressive, dei grandi ideali, delle ideologie, ci ha però lasciati in balia del pensiero debole e postmoderno, del nichilismo, della mancanza di senso. Da qui l’esigenza di avere almeno un surrogato di senso, impersonato da un eroe salvifico.
La fantasticheria consolatoria, infatti, si nutre di super-eroi, di figure troppo elevate per emularle concretamente, che quindi ci consolano e nello stesso tempo “giustificano” la nostra passività, la nostra non-santità, ci assolvono dalla nostra deresponsabilizzazione, perché si può solo gioire (da tifosi, da devoti) delle loro mirabolanti imprese.
Da questa base viene generata la mitopoiesi, cioè la tendenza a inventare favole, a creare miti, che riempie le nostre TV di super-eroi seriali, e anche il mito di papa Bergoglio, eroe solitario che starebbe rivoluzionando la chiesa, in nome e per conto del “popolo” buono contro le élite vaticane cattive.
La chiesa cattolica è in difficoltà, non può più permettersi un papa-re; però gli oppressi/depressi continuano a chiedere beni di salvezza e la chiesa cerca, come può, di mantenere il “monopolio dei beni di salvezza” (Max Weber), anche con un marketing centrato sull’eroe solitario papa Francesco, un marketing che funziona ancora abbastanza.