Per capire le divisioni che l’attraversano, dobbiamo ricordare che la chiesa cattolica ha sempre lottato su due fronti: contro il liberalismo e contro il socialismo, in quanto entrambi figli dell’Illuminismo che pretende l’autodeterminazione dell’umanità e per realizzarsi non ha bisogno di dio (vedi invece i Concordati con fascismo e nazismo).

Ferma restando questa base, la chiesa ha mostrato una grande flessibilità nell’adattarsi alle geopolitiche e ai tempi (l’industrializzazione con l’enciclica Rerum novarum del 1891 con cui ha definito la sua dottrina economica e sociale).
I principali orientamenti dei cattolici nel campo della politica fanno riferimento al popolarismo di Sturzo e alla Democrazia Cristiana.

Sturzo propone una società fondata sulla famiglia e sulle comunità locali, dal basso; sul principio di sussidiarietà, sulla destinazione universale dei beni, sulla piccola proprietà e sulla partecipazione dei lavoratori alla proprietà e agli utili (rappresentazione “armonica”, contro il conflitto di classe dei socialisti); su organismi intermedi (mutue, casse di risparmio, cooperative), contro l’assistenzialismo, il consumismo, la partitocrazia, lo statalismo; sulla convinzione che il popolo è educabile al rispetto di dio.
Ruini invece propone una società governata soprattutto dall’alto, confessionale; più con i riti che con la fede (esalta i miracoli di Padre Pio e di GP2); ha sostenuto Berlusconi e non ha certo problemi a “dialogare” con Salvini; è un democristiano, più esattamente esprime la destra clericale.

Entrambe queste posizioni, che hanno molte differenze (orientamenti cosmopoliti o nazionalisti, pauperisti o barocchi, mistici o pragmatici, ecc.), esprimono però la comune convinzione che la politica e l’economia non sappiano reggersi da sole, che l’umanità abbia bisogno di un sistema valoriale che la trascenda, cioè il loro. La loro libertà è l’obbedienza al loro dio, la libertà altrui è licenza e disordine morale.
Anche un profondo critico come Zanotelli paragona la morte dei migranti all’aborto, con un “umanismo” che esclude l’autodeterminazione delle donne sul proprio corpo.

Le divisioni nella chiesa rendono difficile, oggi, fondare un partito cattolico, ma non inserirsi nei due schieramenti e condizionarli entrambi: la destra rinvigorita dai baciapile e la sinistra ridotta a un significante vuoto rischiano di affossare definitivamente la laicità dello Stato.
Ma non dobbiamo rassegnarci a un “bipolarismo” tra cattolici sturziani e clericali democristiani: serve una militanza laica per conquistare una vera alternativa.