Il 7 gennaio si celebra la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera, o più semplicemente la Festa del tricolore, ricordando la Nascita della bandiera italiana a Reggio Emilia nel 1797, dove venne approvata per la prima volta l’adozione del Tricolore da parte di uno Stato italiano sovrano, la Repubblica Cispadana.
È una ricorrenza istituita nel 1997 e collegata alle altre ricorrenze laiche che ricordano il Risorgimento, la formazione dello Stato nazionale e la Liberazione dal fascismo: il 17 marzo, il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno, il 4 novembre. Uno Stato effettivamente laico dovrebbe celebrare solennemente le sue ricorrenze che, invece, vengono talvolta gestite in tono minore o con un carattere di parte, rispetto alle ricorrenze religiose o commerciali.
Il governo Meloni, che pure dichiara di voler ristabilire l’orgoglio nazionale (se non nazionalistico) ha svilito ancora una volta la dichiarata ma non praticata laicità dello Stato. Due giorni prima della Festa del tricolore, “In occasione delle esequie solenni del Papa emerito Benedetto XVI, la Presidenza del Consiglio ha disposto per il 5 gennaio 2023 l’imbandieramento a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale”.
Paradossalmente il lutto si è celebrato in Italia ma non in Vaticano, che in una nota stampa del 4 gennaio ha precisato: “Domani in Vaticano tutti gli uffici resteranno regolarmente aperti, ma i dipendenti che lo vorranno potranno partecipare ai funerali, a patto però che il funzionamento di tutte le attività essenziali venga garantito”.