vedi il video dell’evento sul canale YouTube di ArciAtea.
[dall’introduzione]
Stasera parleremo – dalla casa della Cultura di Milano – del libro La casta dei casti: I preti, il sesso e l’amore. Una ricerca di Marco Marzano appena pubblicata da Bompiani. Ne discuteremo con l’autore e con Emanuela Provera che fungerà da discussant.
Marco Marzano è professore ordinario di Sociologia presso l’Università di Bergamo ed è tra i fondatori della rivista “Etnografia e Ricerca Qualitativa”. Collabora con “Il Fatto Quotidiano.it”. Tra le sue pubblicazioni Cattolicesimo magico (Bompiani, 2009), Quel che resta dei cattolici (Fetrinelli, 2012), La società orizzontale (con Nadia Urbinati, Feltrinelli, 2017) e La chiesa immobile. Francesco e la rivoluzione mancata (Laterza, 2018).
Emanuela Provera è autrice di “Dentro L’Opus Dei” (2009) e coautrice di “Giustizia Divina: così la chiesa protegge i peccati dei suoi pastori” (2018) collabora come freelance con il giornale Senza Bavaglio.
Io mi chiamo Giancarlo Straini e modererò il dibattito per conto dell’Associazione di promozione sociale ArciAtea rete per la laicità, un’associazione nata da poco, di razionalisti, agnostici e atei che si propongono di tutelare i diritti e combattere le discriminazioni e le oppressioni, con logica intersezionale, nel quadro di uno Stato laico.
Ringrazio la Casa della cultura che ci ospita e i due relatori.
Il libro scritto da Marco e di facile lettura, in quanto la scrittura è piana e scorrevole, ma non per questo semplicistico. Anzi, contiene riflessioni profonde sulle organizzazioni che affronteremo nel corso della serata. Propongo però di cominciare con l’aspetto dell’inchiesta; una inchiesta originale su un terreno in gran parte inesplorato: la sessualità del clero e i suoi riflessi sulla società, su noi tutti.
È stata una ricerca difficile, perché i membri del clero, riguardo al sesso, sono tanto disinteressati in pubblico quanto ossessionati in privato (come vedremo poi la sessualità è proprio una delle chiavi per comprendere la natura di quell’istituzione millenaria che è la chiesa cattolica).
Il libro nasce dalle domande: Perché la Chiesa cattolica difende il voto di castità per i preti? come affronta la delicata questione dell’affettività per gli appartenenti al clero? In che modo gli anni di seminario trasformano in modo decisivo il rapporto con la sessualità dei futuri preti?
È stata una ricerca difficile, condotta attraverso decine di interviste in profondità a preti e persone che hanno lasciato il sacerdozio, con un grande sforzo per ottenere la fiducia necessaria per parlare di temi delicati.
Cito dall’introduzione: “Quelli che riguardano il sesso e l’affettività del clero sono i grandi segreti della Chiesa, i tabù sui quali l’istituzione desidera che non si faccia luce. La convinzione implicita ( e assai realistica ) di molti membri del clero è che il disvelamento della verità porterebbe al crollo della reputazione istituzionale dell’organizzazione ecclesiale, alla delegittimazione di gran parte della sua autorevolezza e del suo prestigio”.
ll quadro che emerge da questa inchiesta è un profilo della vita intima di un ceto sacerdotale. Un ceto formato – fino dai seminari – a nascondere una parte dell’esistenza invece che a viverla pienamente e serenamente. Nel libro sono state raccolte – in anni di lavoro sul campo – storie personali di dolore, tormento, solitudine. Queste storie mostrano anche un sistema di bugie e segreti che produce drammatiche conseguenze per gli stessi sacerdoti e per l’intera comunità cristiana.
Una di queste conseguenze è la copertura ai preti pedofili, le cui azioni sono trattate come un peccato, non un reato (anche su questo e su come vengono “ricoverati” i peccatori ci dirà Emanuela).
Sono molti i sociologi che – dal Foucault di Sorvegliare e punire a Pierre Bourdieu – che ci spiegano quanto sia importante il controllo sulla sessualità per controllare i singoli individui, le comunità, la società.
La chiesa cattolica, per contrapporsi alla modernità, deve affermare la superiorità del ceto clericale (una Casta dei casti). La logica sottostante può essere espressa come un semplice algoritmo:
1) il prete è sacro e puro perché Dio gli ha concesso questo privilegio, eleggendolo per chiamata a una vita affatto speciale;
2) la Chiesa è l’istituzione voluta da Dio per coltivare, tutelare e promuovere tale purezza sacra come dono di Dio;
3) la chiesa è un’istituzione santa e sacra, da adorare e venerare.
Marco Marzano articola questo schema mostrando il legame tra il sacerdozio cattolico e il potere pastorale. Ma su questi aspetti ci torneremo più tardi.
Suggerisco di iniziare illustrando alcuni aspetti dell’inchiesta, cioè:
– chi entra oggi in quell’istituzione totale che è il seminario;
– qual è il profilo sociologico, l’idealtipo, del seminarista;
– come vive la sua sessualità;
– come gestisce i sensi di colpa;
– come impara a mentire, per conciliare una castità praticata da pochissimi.
Darei ora la parola a Emanuela Provera, che – in quanto co-autrice (insieme a Federico Tulli) del già citato Giustizia divina – ha anche svolto un’inchiesta contigua alla ricerca di Marzano, e quindi ha modo di commentarne il libro con cognizione di causa. […]