BellaCiao richiama immediatamente il 25 aprile, ma nasce nelle risaie, con le mondine che celebrano la conquista delle 8 ore, poi diventa anche un inno della Resistenza al nazifascismo e si diffonde in tutto il mondo come simbolo di lotta per la libertà e la giustizia sociale.

L’unità antifascista è importante e dobbiamo evitare ogni settarismo. Dobbiamo però evitare anche di trasformare il 25 aprile e BellaCiao in una ricorrenza priva di memoria.
Il 25 aprile è un giorno di lotta, che deve sempre essere attualizzato, non può essere ridotto a una giornata caritatevole di “buoni sentimenti”.

Parteciperemo all’iniziativa promossa dall’Anpi per il 25 aprile, diffonderemo il canto dalle finestre e porteremo un fiore alle lapidi per i caduti vicine alle nostre case.
Scegliamo la versione cantata dalle mondine, per ricordare che non c’è libertà politica senza diritti sociali (ieri le lotte per le 8 ore, oggi contro il precariato), perché i diritti civili, politici e sociali avanzano o arretrano insieme.

La lotta per la laicità e l’autodeterminazione (contro ogni tentativo di subordinarci a un principio metafisico, a un duce, a un patriarca) non è finita, non abbiamo bisogno della gerarchica carità ma della lotta solidale per l’uguaglianza.