John Dewey
Burlington, 20 ottobre 1859 – New York, 1º giugno 1952
Filosofo, scrittore, professore universitario e pedagogista statunitense.
Ha esercitato una profonda influenza sulla cultura, sul costume politico e sui sistemi educativi del proprio paese. Intervenne su questioni politiche, sociali, etiche, come il voto alle donne e sulla delicata questione dell’ingiusta condanna degli anarchici Sacco e Vanzetti.
La formazione di Dewey è stata fortemente influenzata dal pragmatismo americano e dall’evoluzionismo di Darwin.
Dewey analizza la condizione di precarietà dell’essere umano, da cui nasce il bisogno sia del trascendente, nelle epoche contraddistinte da un fervore religioso, sia della fiducia nel progresso, nella ragione e nella filosofia, nei periodi laicizzanti. Dewey appare critico nei confronti dei sistemi filosofici tradizionali perché incapaci di scorgere l’interezza della realtà e del mondo e di valutare con obiettività ciò che è imperfetto, disordinato e irrazionale. Una delle soluzioni, secondo l’autore, è rintracciabile nella dottrina dell’evoluzione, recante in sé la speranza del progresso continuo dell’uomo. Il ruolo assegnato alla filosofia è quello di “supervisore”, di controllo e di critica delle discipline di studio, con la finalità di rinnovare i valori più che di perseguire la conoscenza di tutto il mondo reale. (Wikipedia)