Questo incontro è stato promosso da ArciAtea e dal circolo Rizzo Lari per discutere della legge Zan contro l’omobitransfobia l’11 ottobre, nel coming out day, dopo la manifestazione in piazza Scala a Milano.
Il disegno di legge stabilisce misure contro chi istiga a discriminare e ad esercitare violenza per motivi legati all’identità di genere e all’orientamento sessuale. Il disegno di legge, cioè, estende le protezioni della legge Mancino – che prevede il carcere per «chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi» – ai reati di violenza «fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere». Includendo anche il genere, il disegno di legge Zan estende la legge Mancino anche alla violenza esercitata sulle donne in quanto donne, prevista già da alcune leggi come quella sul femminicidio.
l’Italia è uno dei pochi paesi europei a non avere una legge che protegga adeguatamente le persone della comunità LGBT+, una comunità che comprende lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali, asessuali e tutte le identità di genere non eterosessuali e non binarie.
Il rispetto per queste identità si è affermato in modo significativo e difficilmente reversibile, contro le concezioni religiose e reazionarie che le definivano contro natura, ma assistiamo anche a reazioni, a rigurgiti clericali, a strumentalizzazioni politiche estremamente pericolose. Dobbiamo quindi consolidare e approfondire una concezione laica e pluralista sulle libertà sessuali e di genere.
Dobbiamo esercitare una pedagogia, anche per far comprendere in modo più profondo a chi è schierato dalla nostra parte. Capire meglio le ragioni che stanno alla base del disegno di legge Zan, serve innanzi tutto a contrastare il pensiero clericale e reazionario, che esprime fobie e violenze, ma anche ad approfondire la conoscenza di chi approva questa legge, perché non basta un sostegno superficiale, serve un cambiamento culturale profondo.