L’11^ tappa si snoda da Grañón a Sansol per 80 chilometri e servono oltre 6 ore che comprendono la pausa per ricaricare un po’ la batteria. Chiacchierando con gli spagnoli tra una tappa e l’altra si è rafforzata l’impressione che ci sia una significativa differenza tra italiani e spagnoli nel rapporto con la religione e soprattutto con le gerarchie ecclesiatiche.

Mentre in Francia l’ampia partecipazione popolare alla Révolution ha affermato in modo netto la modernizzazione e la laïcité dello Stato, in Italia l’unità nazionale è arrivata più tardi e con una “rivoluzione passiva” che ha poi consentito il recupero dell’influenza vaticana con i Patti Lateranensi.

In Spagna la modernizzazione è arrivata ancora più tardi perché fin dalla reconquista la nobiltà e la chiesa si erano appropriate delle terre strappate ai mori di al-Andalus, formando un blocco politico-sociale monarchico-cattolico basato su rapporti servili e privilegi feudali. Da qui una estrema polarizzazione tra ceti dominanti clericali e ceti popolari anticlericali.

In Italia i cattolici sono sparpagliati in tutte le formazioni politiche e spesso agiscono con logiche trasversali (vedi l’intergruppo per la sussidiarietà guidato dal ciellino Lupi che raccoglie 200 parlamentari da Fratelli d’Italia a Articolo Uno). In Spagna la separazione è più netta, in politica e nel sociale, soprattutto nel rapporto con le gerarchie cattoliche. L’anomalia italiana è la perdurante e pervasiva influenza del Vaticano anche a sinistra.

La chiesa intesa come comunità dei fedeli comprende orientamenti politici molto diversi, dall’estrema destra all’estrema sinistra. Il Vaticano, come tutti gli Stati, ha una sua politica e ideologia che permane, al netto delle differenze dei papi e dei contesti. Se esaminiamo storicamente i caratteri dei fascismi e del potere temporale della chiesa cattolica possiamo notare somiglianze e differenze.

Vaticano e fascismo sono entrambi contro il liberalismo e il socialismo, in quanto discendenti della modernità illuminista; sono entrambi totalitari, settari, autoritari, gerarchici, maschilisti, antiedonisti (sacrificarsi per la Fede/Patria) e antipluralisti (ma lo rivendicano quando fa loro comodo).

Il riferimento del settarismo è però diverso e spiega la concorrenza e le parziali insoddisfazioni dopo i Patti Lateranensi del 1929 e il Reichskonkordat del 1933. Per i cattolici è la comunità dei fedeli contro gli infedeli, gestito con un mix di paternalismo e repressione determinato dalle circostanze e dai rapporti di forza. Per i fascisti è l’idea metafisica di Popolo che, sotto la guida del duce, combatte per affermarsi nel mondo e nella Storia.
Queste affinità e differenze sono profonde e permangono tuttora, nonostante il church-washing, ma il postmoderno ha ormai modificato non solo la comunicazione ma anche il carattere del pellegrinaggio, come vedremo nella prossima tappa.

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