Partenza da Burgos verso Grañón con cielo coperto e 15 gradi, ma non piove; i primi chilometri di questa 10^ tappa sono brutti, vicini a strade e zone industriali, poi bei boschi ed aree agricole in un continuo saliscendi con prevalenza di discesa (dislivello di 680 metri in salita e 810 in discesa); 68 chilometri percorsi in quasi 3 ore e mezzo, e pensando al church-washing.

Il green-washing delle società petrolifere che ci raccontano quanto siano ambientaliste è narrazione amatoriale se confrontata al professionale church-washing con cui la chiesa cattolica riscrive la sua storia, e lo si vede con particolare evidenza a proposito del suo coinvolgimento con il regime fascista del Generalisimo Francisco Franco.

Molto sinteticamente. Nel 1931 le sinistre vinsero le elezioni, il re scappò e venne proclamata la repubblica che cercò di modernizzare il paese, dove vigevano ancora rapporti sociali feudali e gran parte della terra era posseduta dai latifondisti e dalla chiesa, fin dai tempi della reconquista.

La riforma agraria e la laicizzazione dello Stato provocarono l’opposizione del blocco reazionario monarchico-cattolico che, dopo le elezioni del 1936 rivinte dalle sinistre, promosse un “alzamiento” contro il legittimo governo repubblicano, avviando una feroce guerra civile che sarebbe terminata nel 1939 con la vittoria di Francisco Franco, grazie al determinante sostegno militare dell’Italia fascista e della Germania nazista.

La chiesa fornì il supporto ideologico per unificare le destre, arrivando a definire “crusada” una guerra civile che aveva evidenti caratteri politici e sociali: una crociata religiosa contro comunisti e anarchici figli di Caino. Il golpe contro il legittimo governo venne giustificato con la prevalenza dell’ordine divino su quello liberal-democratico, garantendo un consenso di massa al regime franchista, che durò fino al 1975.

Il church-washing del Vaticano mette in evidenza le diffuse e pesanti violenze anticlericali, che nonostante la contrarietà del governo repubblicano furono “spontanee”, soprattutto nelle campagne dove si era sedimentato un odio profondo dei braccianti contro lo sfruttamento operato dal clero e dagli agrari.

Invece il church-washing omette o minimizza la “limpieza”, la pulizia sistematica operata dai nazionalisti, non solo durante la guerra civile ma anche dopo, quando vennero garrotati o fucilati almeno 150mila prigionieri repubblicani, con il “pietoso” sostegno morale del clero.

Inoltre esistevano anche formazioni politiche cattoliche catalane e basche a favore della repubblica che vengono menzionate oggi non per ricordare che ci furono anche preti baschi fucilati dai golpisti, ma per “equilibrare” la presenza dei cattolici nei due schieramenti, nascondendo che la gran parte del clero e delle gerarchie cattoliche si schierò subito contro il legittimo Stato repubblicano e a favore dei golpisti.

Santiago venne rilanciato nella sua veste di matamoros, con l’unica differenza che i moros da matar erano i liberali e i socialisti repubblicani e, ancora più, gli anarchici e i comunisti atei. Il cammino venne indirizzato verso la dittatura clerico-fascista, poi il church-washing lavorò alacremente per nascondere la polvere sotto il tappeto quando iniziò la fine del franchismo.